Battute e scommesse

La caccia | Trasmessa il: 11/07/2010


    Battute e scommesse

    Non sono proprio sicuro che l'ormai celebre affermazione del Presidente del Consiglio su quanto sia meglio apprezzare le belle ragazze che essere gay possa essere considerata, come hanno fatto molti dei suoi sostenitori, “una battuta”, magari imputabile, come ha suggerito il portavoce Capezzone, alla tensione di questi giorni. Una battuta, certo, da cui sarebbe stato opportuno astenersi, come ha commentato la ministra Carfagna; una battuta per la quale, come ha auspicato il ministro Frattini, Berlusconi si scuserà “con le cose importanti che il governo farà a tutela degli omosessuali” (speriamo), ma una battuta comunque, una frase, come ha chiosato tra gli altri l'ex ministra Boniver, da non prendersi troppo sul serio. E non credo neanche che si tratti, come ha ipotizzato la governatrice Polverini, di un messaggio che rischia di andare “in una direzione sbagliata” rispetto a quello che invece pensa il presidente del Consiglio. Mi sembra, se mai, più plausibile quella Beatrice Lorenzin, che non so esattamente chi sia, ma che il “Corriere” definisce “giovane paladina del Pdl”, secondo la quale sempre di una battuta si tratta (e a lei non è piaciuta), ma una battuta che “Silvio Berlusconi ha voluto fare ... per non nascondere se stesso”. Un gesto di sfida, dunque, un “prendetemi per quello che sono e se no tanto peggio per voi”, che denuncia l'ipocrisia che troppo spesso si cela sotto l'etica del politicamente corretto.
    Ma visto che il Presidente, nelle condizioni attuali, non sembra in grado di sfidare nessuno, forse converrà dare della sua affermazione una lettura più semplice: che rispecchi, cioè, quello che l'uomo effettivamente pensa. Berlusconi, in fondo, è un uomo del suo tempo e della sua età. Ha largamente superato i settanta e nella sua generazione il convincimento che l'omosessualità sia sempre e comunque disdicevole, se non proprio una forma di male assoluto, qualcosa, comunque, che molto gli si avvicina, è largamente diffuso. Io stesso, che non sono – ahimè – molto più giovane, sono cresciuto in mezzo a convinzioni del genere, e mi è stato necessario un certo sforzo intellettuale per liberarmene. A sforzi di questo genere, evidentemente, lui non ha ritenuto opportuno di sottoporsi. È molto probabile che sia convinto di avere ragione – ne è convinto, d'altronde, per ogni cazzata che gli esce di bocca – e ritenga che questa sua giusta convinzione sia condivisa dai più. Più che un tratto di spirito o una manifestazione d'anticonformismo alla rovescia, più che una battuta o una sfida, quella frase potrebbe essere interpretata come una richiesta di solidarietà, in nome di una sintonia con la cultura diffusa nel paese che l'Uomo di Arcore sente (o crede) di avere. È come se il Presidente abbia scommesso con se stesso di essere ancora sulla stessa linea d'onda con la grande maggioranza dei concittadini.
    Ecco. Non sono del tutto convinto che stavolta l'abbia azzeccata. È vero che l'omofobia alligna ancora vigorosamente tra noi, che è sponsorizzata dalla chiesa e largamente presupposta dalla fiction scritta o teletrasmessa, ma non credo che serva più a suscitare un'adesione pronta e immediata con le tesi di chi se ne fa usbergo. Sbaglierò, ma non credo che faccia parte ancora della cultura dominante della nostra società. La sua, pur cospicua, presenza si configura da un po' come un dato residuale. I tempi sono cambiati più di quanto, a volte, siamo disposti ad accorgerci. Ci sarà ben un motivo che tutti quanti, nel Pdl e dintorni, hanno cercato di prendere le difese del capo, abbiano cercato – persino Capezzone! – di attenuare la portata delle sue parole. È una tipica tattica difensiva, che rivela una certa sfiducia nei propri argomenti.
    Infatti, l'unica a schierarsi in toto, senza esitazioni né titubanze, a favore del Berlusconi antigay è stata un personaggio pittoresco, ma un po' di nicchia, come la Daniela Santanchè, che non ha mai avuto scrupolo di servirsi, a fini di lotta politica, dei pregiudizi sessuali propri e altrui (ricorderete – no ? – come spiegava l'ostilità del Berlusca, quando ancora le era ostile). Secondo costei, almeno stando al “Corriere della sera”, Silvio “ha detto quello che tutte le mamme d'Italia vorrebbero sentire dire dei loro figli. Di più: ha detto quello che tutti gli italiani pensano. Molto meglio essere etero, ma c'è da discuterne?”
    Su questo tipo di alternative, in realtà, da discutere non c'è proprio, nel senso che ciascuno ha diritto di essere quello che gli pare e basta. Ma la Sottosegretaria alla Realizzazione del Programma – di tanto titolo, infatti, si fregia la sciagurata – deve essersi sentita abbastanza sul sicuro. Le mamme, in fondo, tra tutti i soggetti avvaloranti possibili, sono le più pregiate. E visto che ogni madre, per essere tale, da almeno un'esperienza etero deve essere passata (con l'unica, nota, ma ormai lontana eccezione), non ci dovrebbero essere dubbi sulle opzioni che auspicano per le loro creature. Il ragionamento parrebbe reggere anche nella versione attenuata riportata da “Repubblica”, per cui a sperare nell'eterosessualità dei figli sono “tutti i genitori italiani”. Sia rappresentata platealmente dalle mamme o più sobriamente dai semplici genitori, è la famiglia stessa, istituto di diritto naturale, a schierarsi con il Presidente del Consiglio più naturale che c'è.
    Ahimè. Non pretendo di essere un esperto in materia, ma temo assai che le cose siano più complicate. Alla famiglia come istituto naturale si crede sempre meno, e sul fatto che basti essere genitori per garantirsi un'identità sessuale a prova di bomba l'esperienza quotidiana non lascia grandi speranze. Anche la Santanchè, come dimostra il suo stesso aspetto da maliarda simpaticamente rétro, vive nel passato e, sul presente, fa delle scommesse azzardate. Se le cose andranno avanti così, stiamone sicuri, verrà a parlarci della prostituzione come remedium concupiscentiae e garanzia della solidità familiare. È un concetto espresso per la prima volta, credo, da Catone il Censore, ma quando serve può far comodo anche lui.
07.11.'10